LA CONCENTRAZIONE




Il passaggio dal non agire…

 La concentrazione nel lessico comune è una fase necessaria per eseguire un’azione; nel passaggio dal non agire all’agire, è necessario dare la massima attenzione al gesto: ma in questo caso diamo alla mente un impegno che crea un pensiero rivolto solo a quell’azione.

E’ molto riduttivo e di disturbo nel completare il gesto; esso è formato da più varianti che non sono solo tecniche ma percezione corporea e spirituale, a cui il pensiero toglie la pienezza indispensabile per un’azione che abbia al suo centro l’essere.

Lo strano concetto

Proviamo a ribaltare questo concetto: il non concentrarsi, lascia la mente libera da pensieri mirati, favorendo il ”Mushin”, la non mente. Non è solo un’azione che dobbiamo intraprendere, ma sono più sensazioni che ci portano a coinvolgere l’essere al completo.

Gli orientali chiamano questa fase “Satori”, lo stato d’animo che ci porta al piacere nell’agire, serenità e semplicità del gesto, pienezza personale. E’ per questo che la concentrazione è inutile e dannosa.

Conclusioni

 Ci si può domandare: e allora? Molta pratica è necessaria, ma non solo tecnica, spirituale, e per spirituale intendo conoscere se stessi, avere un’etica fuori dal comune, tagliare il proprio ego; svolgere un lavoro molto profondo sulla propria respirazione può aiutare ad avvicinarsi, in ogni gesto e ogni azione della vita, alla ricerca della serenità, e allora l’azione diviene perfetta, ricordando che non è “la quantità o la qualità”, ma un’evoluzione personale.

#determinazioneartigiapponesi

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