La spiritualità orientale applicata alla vita



Vorrei rispondere ad un allievo, con questo scritto, alla domanda che mi fece in un seminario di Qi Gong riguardo alla spiritualità orientale e i sui principi che sembrano molto diversi dai nostri?

Domanda:
Come si può abbinare alla vita “moderna” concetti che a prima vista sono molto distanti da noi riguardo a quello che Lei ci sta insegnando?

Rispondo con due voci molto più autorevoli di me, che sicuramente chiariranno i dubbi di Franco.

#qigongesalute
#maestriqigong

www.duecieli.it

Percezione frammentaria (la spiritualità orientale secondo Chuang Tzu)

<<Quando un mondo intero nel grande disordine, i saggi e i santi non si fecero più conoscere.
Non ci fu Unità nella dotrina. Troppa gente si crogiolava nelle proprie vedute frammentarie.
E come per le orecchie, gli occhi, il naso e la bocca. Ciascuno di questi organi percepisce, ma non c’è comunicazione…
<<…Rompendo lo spendore dell’universo, spezzettando la struttura degli Esseri e restringendo la visione integrale degli Antichi, sono rari coloro che riescono ad abbracciare le bellezze dell’universo e a riflettere il vero volto dello spirito.>>
(Chuang Tzu, 33).

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IO, IL MONDO, LA PLURALITA’ DELLE APPARENZE, LA REALTA’: una visione occidentale parallela alla spiritualità orientale

Supponete d’essere seduti su una panca, ai bordi della strada, in un paesaggio di alta montagna.

Tutto ciò che i vostri occhi vedono era là prima di voi, da millenni, secondo la nostra abituale concezione.
Ancora un momento, molto breve, e non sarete più là; la foresta, le rocce, il cielo esisteranno ancora, dopo di voi, per millenni, immutati.
Che cosa vi ha fatto spuntare così bruscamente dal nulla per godere per un breve momento uno spettacolo che vi ignora? Tutte le condizioni perchè voi esistiate sono pressochè tanto antiche quanto una roccia. Gli uomini hanno lottato, sofferto, procreato per millenni, le donne hanno partorito con dolore per migliaia di anni.

Forse un altro era seduto là, in questo stesso posto, cento anni fa, anch’egli generato da un uomo e messo al mondo da una donna. Come voi a conosciuto il dolore e una breve gioia. Era proprio un altro? O non eravate voi stessi? Che cosè il vostro io? Quale condizione è stata necessaria perchè l’essere generato diventi voi proprio voi e non qualcun altro?

 

Quale senso chiaramente comprensibile, compatibile con le scenze della natura, occorre dare a questo <<qualcun altro>>? Se colei che è ora vostra madre fosse vissuta con un altro e avesse generato un figlio con lui, e se vostro padre avesse fatto lo stesso, sareste diventati voi? Oppure vivreste in essi, nel padre di vostro padre… da millenni?

E anche se fossi così, perchè non siete vostro fratello, perchè egli non è voi? Oppure uno dei vostri cugini lontani?
Che cos’è quindi che vi fa scoprire la differenza, una differenza tanto ostinata tra voi e un altro, quando obettivamente ciò che è la è la medesima cosa?  >>

Erwin Schrodinger, Premio Nobel per la fisica
La mia concezione del mondo
Le Mil, 1983

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