Cari neo istruttori...

 

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Ora che avete terminato questo primo passo del viaggio nel Qi Gong, comincerete a condividere la vostra esperienza con le persone. 

A volte, praticando ed insegnando Qi Gong, vi capiterà di osservare che alcuni hanno una conoscenza poco chiara di quest’arte.

Mentre spiegherete e dimostrerete che l’energia che si può creare attraverso la pratica e dopo si può indirizzare dove più ci serve, per riequilibrare un problema, la domanda che qualcuno potrebbe avere é: questo qi gong fa davvero tutto, quindi… pulisce anche il garage, spolvera casa o rende invincibili?


Che il Qi Gong possa aiutarci a migliorare certi aspetti di vita, che siano fisici o spirituali, certamente è di grande aiuto, ma che sia un’arte che “può tutto” è un concetto fuori dalla realtà. Cominciamo dal nome: che se chiedete ad un vecchio maestro, vi dirà senza mezzi termini che Qi Gong è una parola inventata di sana pianta, un concetto occidentale moderno: il termine in sé non ha nessun riscontro antico, mentre invece è molto più vicino alla realtà antica il termine Nei Gong.


Voglio ricordare che non solo la parola Qi Gong non è del tutto traducibile e di origine recente, ma anche il termine Medicina Tradizionale Cinese, si riferisce ad un metodo delineato negli anni ’50, sull’onda dell’interesse politico dettato dagli avvenimenti della rivoluzione culturale cinese.
Questo però non svilisce il Qi Gong o la Medicina Cinese Antica, perché sicuramente una tradizione millenaria porta sempre con sé un grande significato. 








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Molti vecchi maestri hanno usato, riferiti alla loro pratica di Qi gong, termini come Nei Gong, (Nei significa “interno”, Gong significa “coltivazione”), che in una traduzione poetica significa “l’arte della coltivazione interiore”.

Altri maestri hanno utilizzato altri termini: Dao yin o Xiu dao.

Atri ancora potrebbero aver chiamato il metodo con il nome della loro tecnica personale.

La stessa cosa è successa con le arti giapponesi, che erano chiamate con il nome del maestro che le aveva create e praticate.


L’ombrello con cui tutti noi praticanti di Qi Gong ci ripariamo, usa un nome che rappresenta una visione moderna, ma risulta molto più facile e di veloce comprensione. Questo ci evita di dover dare risposte che sarebbero molto più complesse.

 

Consideriamo il termine Qi Gong come una convenzione sociale, che non esprime veramente la profondità della disciplina, ma aiuta a capirsi. Faccio un esempio. Il mio nome di battesimo è Vincenzo: potrebbe capitare, ed è capitato, che qualcuno si sbagliasse e mi chiamasse con un altro nome. Questo per me non ha nessuna importanza, perché il mio nome non sono io, non mi è stato dato per le caratteristiche che mi individuano, ma per una convenzione sociale e burocratica, quindi in realtà non sono “Vincenzo” ma sono io.


La semplificazione del nome Qi Gong ha però dei grandi limiti, come abbiamo detto in precedenza il semplificare molto per motivi comprensibili limita l’approfondimento cui si dà sempre troppo poco spazio: riportiamo i concetti a ciò che noi occidentali conosciamo, ma che sono insufficienti per un apprendimento veramente completo ed efficace. 


I benefici che otterrete da questa disciplina dipendono dalle scelte che farete, da quale Dao (Via) sceglierete, senza avere limiti, così come il Cielo non ha limiti, perché è solo la mente ad averne.

Due Cieli






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