LA FORZA DEL SORRISO




Il racconto di questo praticante di Iaido della nostra Scuola, Umberto, evidenzia come l’atteggiamento mentale rilassato rappresenti la migliore arma contro la frustrazione. Se una persona agisce mentre si sente frustrata (= rabbia), non ha le capacità per esprimere la propria forza interiore; invece ogni volta in cui riprende il controllo attraverso la calma della mente, giunge con facilità a trasformare il modo di agire, rivelando le proprie piene potenzialità ( = grinta).

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LA FORZA DEL SORRISO

 

Lo iaido, quasi per definizione, è spesso descritto come la ricerca di se stessi, il perseguimento della propria perfezione ed il miglioramento ( o come per molti accade, la COSTRUZIONE) del proprio equilibrio psico-fisico.

 

La realtà è molto più semplice della teoria.

 

Tutte queste parole però possono suonare eccessive, poco credibili e falsamente altisonanti per chi non conosce la disciplina o se ne avvicina distrattamente; come di consueto però la realtà è molto più semplice della teoria.

 

Quello che è accaduto durante lo scorso giovedì di pratica, può essere preso come un esempio lampante del valore e dell’utilità dello iaido.

 

Ecco quanto accaduto. Durante lo svolgimento del sesto kata, mi sono alzato dal pavimento portando in avanti la gamba sbagliata: un errore madornale, grave quanto inatteso.

 

La positività dell’atteggiamento

 

E pensare che quella sera mi sentivo particolarmente rilassato, nonostante la giornata lavorativa pesante ed estenuante. Istintivamente, avevo iniziato a svolgere i kata immaginandomi sorridente.

 

Chiaramente da fuori questo non si vedeva, la mia espressione al più appariva serena, eppure, dentro di me cercavo di distendere i muscoli del viso e di non stringere i denti (difetto che purtroppo mi porto dietro da anni e che lo iaido mi sta aiutanto a riconoscere).

 

Un risultato positivo

 

Tornando ai kata, questo mio atteggiamento ebbe come risultato non quello di effettuare esercizi perfetti, privi di errori ed impeccabili, ma semmai, quello di fare uno iaido privo di pensieri, di ragionamenti e di continui “ronzii mentali”. Non distratto, come si potrebbe pensare, ma più naturale.

 

Dopo l’errore commesso, normalmente mi sarei morso la lingua, avrei guardato al cielo e mi sarei depresso continuando il kata presente e forse anche quelli successivi, con frustrazione.

 

Tuttavia le cose andarono diversamente e sono sicuro che se non avessi avuto un simile stato di “concentrazione rilassata”, non sarei stato capace di reagire.

 

Il contagio

 

Istantaneamente, senza battere ciglio, senza spezzare la respirazione e scompormi, ripresi a fare il kata, questa volta correttamente e dimostrando anche una certa sicurezza, che a detta del maestro venne percepita e quasi trasmessa anche ai miei compagni.

 

Sicuramente, ed è questo che vorrei sottolineare, la mia capacità di reazione e di ripresa, sono state il frutto del mio stato mentale di serenità ed il rendersi conto di questo risultato è stato assai utile anche dopo, nella sera seguente e nei giorni successivi!

 

È da anni che mi sento dire che la vera forza non risiede nella durezza, nella rigidità, eppure solo quel giovedì sera mi è venuto naturale sforzarmi di adottare quel tipo di mentalità; evidentemente, certi insegnamenti devono sedimentare a lungo prima di essere davvero assimilati. Insegnare sicuramente, da questo punto di vista, richiede una pazienza infinita suppongo.

 

Le conclusioni

 

Spero che questo resoconto possa permettere a chi non conosce lo iaido, di meglio comprendere le parole delle prime righe e di capire perchè lo iaido serve davvero a tutti per vivere meglio e fare continue scoperte sul proprio conto, conquistando piccole “verità” che sono spendibili a casa, in famiglia, al lavoro e sopratutto, verso sè stessi.

Umberto C.

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