La medicina cinese funziona? applicazione in riflessologia plantare



La riflessologia plantare secondo la medicina cinese funziona davvero? Questa è una domanda che mi fece un signore dopo aver saputo che mi dedicavo da molti anni a questa tecnica molto antica.

La domanda era corretta ma la risposta non era così scontata e semplice.

E’ sbagliato pensare che la riflessologia possa guarire qualcuno: lasciamo questo pensiero alla medicina occidentale e ufficiale.

Noi che applichiamo la Medicina Cinese Antica, ci limitiamo più modestamente a riequilibrare le aree che, per vari motivi, sono in disequilibrio.

La parte emotiva che viene attentamente trascurata in altre discipline, qui è, per esperienza personale, fondamentale.

 

La medicina cinese funziona seguendo un percorso graduale.

Ecco, in breve, la sequenza di lavoro che eseguo nelle mie sedute.

La mia sequenza standard parte per prima cosa da un controllo generale, per individuare dove si manifesta Il problema.

Una volta individuato l’elemento disturbato si passa alla stimolazione del punto (o dei punti) di energia, che riflettono lo scompenso.

Si prosegue così per qualche seduta. Successivamente si passa a trattare lo squilibrio emotivo, che è all’origine del problema.

 

Un caso di esempio in riflessologia plantare

Consideriamo per esempio un cliente che si sottopone al trattamento.

Questa persona accusa problemi che ancora non riesce ad individuare, ma che percepisce sotto forma di disagio fisico.

Nel corso dell’indagine si individua il bersaglio nel punto “reni”: nella Medicina Cinese corrisponde all’organo “FU” legato alle orecchie e all’emozione della “PAURA”.

Sarà importante indagare su quale fatto possa aver scatenato questo disagio, e come risolverlo.



 

L’importanza del dialogo

Parlare con il cliente è fondamentale, ma bisogna farlo con molta attenzione, perchè non tutti sono disposti a lasciar entrare un estraneo nelle situazioni personali.

Entrare in empatia è molto importante per riuscire a capire prima possibile, grazie al suo racconto, dove si annida veramente il problema.

Questo perché nella Medicina Cinese non esiste nulla di “assoluto”, ma tutto è relativo, soggettivo. Significa che ogni concetto va adattato alla persona che c’è davanti a noi.

 

Lavorare sulla parte emotiva, con la riflessologia.

Lavorare sulla parte emotiva, come dicevamo in precedenza, è fondamentale per andare all’origine del problema.

Per questo, dopo aver individuato l’organo bersaglio e lavorato su questo per qualche seduta, vado a stimolare altri punti.

Questi punti corrispondono al disagio che viene scatenato dalle emozioni, che sottopongono l’organo interessato ad uno stress continuato e quindi ad uno squilibrio.

 

Le emozioni hanno mille sfaccettature

 

Vediamone alcune: un trasloco, un cambiamento di lavoro, un cambiamento in negativo della situazione economica, il lutto di un genitore dominante, ecc.

Nel caso degli individui maschi può anche essere presente un problema relazionale con la propria madre (questa situazione è più frequente di quello che si possa immaginare), ecc.

Tutto il vissuto della persona genera emozioni, e queste vanno a colpire un organo bersaglio. Con la riflessologia vado a lavorare su entrambi i fronti.

Conclusioni

In conclusione il nostro lavoro di riflessologi, che segue la Medicina cinese, non divide il corpo dalla mente: li unisce.

Nella realtà questi due elementi sono legati a filo doppio: la medicina cinese funziona, e di conseguenza i trattamenti di riflessologia plantare, se manteniamo l’attenzione su questo aspetto fondamentale.

#riflessologiabenessere

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